Wednesday, 29 October 2008

APPROVAZIONE DEL DL GELMINI

Carissimi Gratton e annessi,
so che questo spazio è riservato innanzitutto ai saluti, agli auguri, alla condivisione dei momenti belli ecc., ma credo che oggi gli eventi meritino un'eccezione.
Nonostante la mia pessima opinione sul Governo, sinceramente (ma forse dovrei dire ingenuamente) non credevo veramente possibile che potessero dare il via libera a una legge contestata per la prima volta da tutti: dagli studenti (di destra e sinistra), dai docenti, dai rettori, dalle famiglie, e addirittura dalla Chiesa, se dobbiamo considerare "politicamente autorevole" la voce di una rivista come "Famiglia cristiana". Eppure il Governo è andato dritto per la sua strada, annichilendo in tutto la voce di centinaia di migliaia di cittadini, privando di valore l'opinione non dico della "piazza", ma degli "addetti ai lavori": come si può varare una legge sull'Università, senza l'accordo degli studenti, dei docenti e dei rettori? ossia di tutti gli organi interessati? Dal 1994 in poi ci siamo crogiolati spesso in massime come "non c'è più la democrazia". Penso che mai come oggi possiamo affermare a ragione che il nostro è uno stato antidemocratico. I rappresentanti non stanno più dando voce ai rappresentati, e quindi di fatto hanno cessato di essere propriamente "rappresentanti", se non esclusivamente di loro stessi e degli interessi che difendono.
Scusate lo sfogo, ma ritenevo necessario esprimere questo profondo, profondissimo avvilimento, e condividerlo apertamente con voi.
A presto, spero.
Alessandra

4 comments:

clara said...

Carissima Alessandra, ho letto il tuo condivisibile sfogo di ritorno dalla grande manifestazione del "giorno dopo".E' certo che non ci sentiamo rappresentati da una classe politica che ritiene l'opinione civilmente espressa di tante centinaia di migliaia di persone meno che nulla e agisce di conseguenza, ma qualcuno, e alla conta sono stati più di quelli che la pensano come me e te , ha comunque votato per Berlusca e compagni. Personalmente ritengo che a quelle votazioni non ci dovevamo arrivare, ma è andata in un altro modo... e ora bisogna difendere a tutti i costi il diritto di esprimere almeno il nostro disaccordo e per quanto mi riguarda credo che sia il tempo di affermare e di difendere sempre più apertamente le nostre idee, per esempio rispetto a un'idea di scuola che perseguiamo quotidianamente e faticosamente, in un contesto sociale e culturale opprimente e opposto ai valori in cui ci siamo formati e in cui crediamo fermamente. alla giovane prof.( lo so: è duro lavorare in un modello di scuola alla Gelmini!) un abbraccio affettuoso

Pier Luigi said...

Mi intrometto nella discussione, anche se la questione della scuola non mi tocca personalmente, essendo un "pensionato" ed avendo due figli che "frequentano" la casa. Questo non vuol dire che è un problema che non sento, perchè sono convinto che la scuola è una delle "basi" su cui si fonda una società veramente democratica.
Per chi non avesse avuto la possibilità di leggerlo, vi allego un link di un discorso fatto nel 1950 da Calamandrei, dove ipotizzava quello che sarebbe potuto accadere nel mondo della scuola, se si fossero verificate alcune condizioni e che purtroppo, al momento, si sono avverate, e che, tutto quello da lui paventato, sta accadendo!!

http://rifondazionebuccinasco.wordpress.com/2008/09/28/calamandrei-1950-una-profezia-agghiacciante-sulla-scuola-pubblica/

Ciao
Pier Luigi

lorenzo de sanctis said...

Non penso che sia realmente contestata politicamente questa legge ,per questo vanno avanti ,è contestata dalle parti in causa . E poi sul fatto che vadano avanti anche molto tranquillamente bisognava aspettarselo dopo che hanno tolto le preferenze , senza preferenze non puoi far oscillare le fazioni all'interno di un partito e quindi comanda uno solo.

gigi said...

Vi allego quanto venerdì ha scritto sul giornale locale L'Adigela mia amica e collega Silvia DeFrancesco.
Da notare che, pur trattandosi di una lettera al direttore, il testo appare in prima pagina.
Mi pare interessante che un girnale , sebbene locale, riporti in prima pagina l'opinione di un "comune" docente.
"Ecco perché ieri ho scioperato SILVIA DEFRANCESCO
Caro direttore, le chiedo un po' di spazio per spiegare i motivi per cui ieri non sono andata in classe. Motivi che, a mio parere, sono di rilevante importanza. La protesta scoppiata in questi giorni prende il via dalla decisione di tagliare i finanziamenti alla scuola e alla ricerca. La decisione è grave, ma si rende ancora più grave per il fatto che è accompagnata da tutta una serie di comportamenti da parte di chi guida il Ministero dell'istruzione, della ricerca e dell'università che inducono a pensare che l'ultima preoccupazione sia proprio la scuola, la ricerca e l'università. Provo a sintetizzare per punti: il governo, al suo esordio, ha indicato i dipendenti pubblici fra i principali responsabili dei malanni dello stato italiano: assenteismo, inefficienza, scarsa dedizione al lavoro. Fra i dipendenti pubblici, anche i docenti di scuola, naturalmente: lavorano solo 18 ore alla settimana, non una di più. La scuola italiana è fra le peggiori: l'indagine Ocse-Pisa ci sbatte agli ultimi posti. la società deve sospettare di questo sistema poco qualificato e mal funzionante. Non mi soffermo sul nostro orario settimanale, perché sembra impossibile far credere che non è così, ci ho rinunciato da vari anni: continuo a correggere un migliaio di compiti scritti all'anno, continuo a partecipare alle sempre più numerose riunioni pomeridiane e continuo ad accumulare ore per recuperi, sportelli, colloqui con i genitori, anche fuori orario, senza preoccuparmi che la società se ne accorga. Come me, naturalmente, anche i miei colleghi. Non è questo oramai che mi offende. Mi offende, invece, il nuovo clima di disprezzo verso la scuola, questa istituzione che prepara migliaia di giovani che poi entrano alle università e si ritrovano preparati ad affrontarla, che vanno all'estero e scoprono di essere di gran lunga vincenti sui loro colleghi stranieri. Sarà la capacità italiana di improvvisare, ma qualche merito la scuola lo deve pur avere. Questo disprezzo, questa totale sfiducia verso la scuola vengono inoltre evidenziati dal governo quando assume delle decisioni senza un minimo di confronto con le parti interessate. Non voglio ricordare che il nostro Ministro non viene dal mondo della scuola: poco importerebbe, se solo le sue decisioni fossero il frutto di una approfondita discussione con chi il mondo della scuola lo vive quotidianamente. Ma così non è stato, almeno fino ad ora. Desidero inoltre citare, la spettacolare decisione riguardante il voto di condotta. Un capolavoro mediatico, assieme ai grembiulini dei nostri tempi. Ci sono fenomeni di bullismo? Bene, si boccia e questi spariscono. La famosa punizione esemplare. Il bullismo ha due matrici estreme: una, quella dei ragazzi di «buona famiglia» che scacciano la noia in questo squallido modo; l'altra, ha più a che fare con la criminalità. Nel primo caso, la famiglia protegge il ragazzo e, a fronte di una bocciatura, interviene iscrivendo il ragazzo ad uno di quegli ignobili istituti che garantiscono sia la promozione che il recupero degli anni persi. Non ci guadagna né la società, né il ragazzo stesso. Nel secondo caso, la bocciatura consegna inesorabilmente il ragazzo alla strada. Ancora una volta, cosa ci si guadagna con la bocciatura? Qualche caso di bullismo meno estremo c'è, come c'è sempre stato. E la scuola è sempre intervenuta, con ammonizioni di vario genere, sospensione compresa. In questi casi, la famiglia si preoccupa e prende provvedimenti: forse non si sa, ma sono ancora molti i genitori che, per fortuna, chiedono se il proprio figlio si comporta bene. Infine, due parole sui risultati Ocse-Pisa. Un'analisi più dettagliata dei risultati mostra che i risultati peggiori sono dei ragazzi del Sud. Spiegazione del Ministro: i docenti del Sud sono ignoranti e/o inetti all'insegnamento. Io penso invece che per insegnare in certe scuole del sud ci vogliono forze e capacità speciali, siano necessari interventi capaci di rompere meccanismi antichi e antiquati; e che gli insegnanti in grado di affrontare tutte le problematiche che si presentano dovrebbero essere ben selezionati e poter almeno godere di uno stipendio maggiore del nostro. Cose, queste, che non si realizzano con i tagli. Silvia Defrancesco È insegnante di matematica e fisica al Liceo Galilei di Trento"